LA STANZA DEI RE
Quante volte, in terapia, mi sono trovato di fronte a un problema affettivo che ho metaforicamente chiamato “la stanza dei re”?
Infinite.
Il nostro cuore ha molte stanze.
Come in un castello.
In ogni stanza ospita un tipo di relazione d’amore.
La stanza degli amici ha molte sedie. Possiamo amare tanti amici e tanti fratelli.
Anche la stanza dei genitori ne ha. Oltre al padre e alla madre possiamo affezionarci a insegnanti, maestri, zii, persone che ci amano come dei figli.
Anche la stanza dei figli ha tante sedie. Possiamo legare il nostro cuore a tanti figli, naturali o adottivi. Se fate, come me, il terapeuta, allora di figli adottivi ne avete tanti.
Ma esiste una sola sedia per il partner.
La stanza della coppia vuole che un re abbia una sola regina e una regina abbia un solo re.
Ecco un esempio reale.
Una giovane donna si innamora perdutamente di un ragazzo. I due hanno una storia. Lei è la donna più felice della terra.
Poi lui si disamora.
Si allontana ogni giorno di più emotivamente e diventa sempre più assente e meno coinvolto.
Lei soffre di questa distanza ma lo ama sempre profondamente.
Un giorno lui la lascia.
Da quel giorno la giovane donna non riesce più ad innamorarsi di nessun altro uomo.
Ha mille attrazioni. A volte decide pure di andare a letto con qualcuno.
Trova interessanti e simpatici molti potenziali partner.
Ma nessuno è come lui.
Se potessimo usare uno strumento magico che ci porta a vedere il mondo dove vive il suo cuore potremmo scorgere qualcosa di questo tipo:
Entriamo in un castello.
Nella stanza dei fratelli ci sono tante persone che ci salutano. Ognuno con i suoi interessi e la sua storia; vediamo che ci sono tante sedie vuote. Ci sarebbe spazio per noi in quella stanza. Potremmo essere amici.
Poi vediamo la stanza dei genitori. Qui ci sono sedie vuote per accogliere altri maestri, terapeuti, mentori.
Ora entriamo nella stanza del re.
Vediamo questa donna seduta sul trono della regina.
Esiste una sola altra sedia.
Il trono del re.
E chi vi troviamo seduto li?
L’uomo di cui lei era innamorata.
Sempre lui.
Nonostante se ne sia andato da tanto tempo, continua a occupare quella stanza del cuore.
Ed è lei che non lascia sedere nessun altro uomo sul trono del re. Il suo cuore di donna continua ad essere legato al vecchio re come se fosse ancora presente.
Come Penelope. Solo che Ulisse ritornerà, perche è andato in guerra e ama lei.
Mentre l’uomo che l’ha lasciata non la ama più, ama un’altra e spesso la ha sposata e ci ha fatto due figli.
Il legame finisce quando la persona lascia andare veramente l’amato.
Quando, dopo un dialogo fatto come si deve, lo conviciamo a cambiare luogo.
Dalla stanza dei re, l’amato deve andare in un luogo altrettanto sacro e profondo:
IL LUOGO DELLA MEMORIA.
Io non credo esista un posto più sacro nel nostro cuore che il luogo della memoria.
Non è il castello, che rappresenta il nostro vivere nel presente, con tutte le sue tribolazioni, avventure e slanci.
E’ un luogo eterno. Atemporale. Dove esiste la magia dello spirito. E’ il nucleo più profondo della nostra identità.
E di questo parleremo nel prossimo articolo.
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